Il viaggio che faremo oggi riguarda un’altra figura “famosa” del passato che ha sofferto di disturbo ossessivo-compulsivo. Siamo nel periodo a cavallo tra la scoperta dell’America e le grandi invenzioni di Leonardo da Vinci ed è in questo momento storico che incontriamo Martin Lutero. Questo sacerdote tedesco del Rinascimento è conosciuto soprattutto per aver dato inizio alla Riforma protestante, dopo aver affisso (secondo la tradizione) le sue 95 tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg in Sassonia. Un gesto che aprì la strada alla separazione, qualche tempo più avanti, dalla Chiesa cattolica.
Quello che raramente troviamo nei libri di storia, però, è che Lutero non fu solo un riformatore e un professore di teologia ma visse anche per anni tormentato da ciò che oggi definiamo disturbo ossessivo-compulsivo, in particolare legato a ossessioni religiose. Secondo Filippo Melantone, suo allievo e stretto collaboratore, Lutero iniziò a soffrire di pensieri ossessivi dopo la perdita di un caro amico in un incidente.
Quando un temporale cambiò per sempre il destino di Lutero
Martin Lutero nacque nel 1483 a Eisleben, in Germania, figlio di un minatore. Crebbe in una famiglia modesta ma determinata, che investì nella sua istruzione. Da ragazzo ricevette una formazione rigorosa nelle arti e nel latino, prima di iscriversi all’Università di Erfurt, una delle più prestigiose dell’epoca.
Un episodio rimasto celebre accadde nel 1505, mentre tornava dall’università: fu sorpreso da un temporale violentissimo. Un fulmine cadde così vicino a lui che, terrorizzato, si convinse di essere sul punto di morire. In quel momento pronunciò un voto disperato: “Aiutami, Sant’Anna, mi farò monaco!”. Sopravvissuto alla tempesta, mantenne la promessa ed entrò poco dopo nel convento degli Agostiniani. Quell’evento segnò una svolta decisiva, trasformando un giovane studente di legge in colui che avrebbe cambiato per sempre la storia della Chiesa.
Le lotte interiori di Martin Lutero: ansia, pensieri blasfemi e ossessioni religiose
A 23 anni fu ordinato sacerdote e celebrò la sua prima messa. Un momento tanto atteso quanto difficile per il giovane Lutero: la sua voce tremava, sopraffatta dall’ansia e dal senso di indegnità davanti a Dio. Biografi raccontano che la paura di non essere “all’altezza” lo accompagnò per tutta la celebrazione. Già allora emergeva quella sensibilità estrema al peccato e alla colpa che avrebbe segnato tutto il suo cammino spirituale e teologico.
Dopo l’ordinazione, il riformatore tedesco descrisse di essere tormentato da “pensieri indesiderati e percepiti come peccaminosi”, uniti a rabbia e invidia verso i suoi fratelli sacerdoti. Nonostante i suoi sforzi, questi pensieri non lo abbandonavano. Visse anche periodi segnati da pensieri blasfemi e impulsi a maledire Dio e Gesù — contenuti che oggi potremmo ricondurre a una forma di DOC da pensieri inaccettabili, cioè incongrui rispetto all’immagine di sé e ai propri valori morali e religiosi.
Durante le preghiere, riferì la comparsa di immagini intrusive a carattere religioso, che lo portarono a confessarsi di continuo, tanto da infastidire gli altri sacerdoti. Con le conoscenze di oggi potremmo interpretare queste confessioni ripetute come compulsioni o richieste di rassicurazione, guidate dal bisogno di ottenere certezza assoluta. Lutero stesso ammise che la sua coscienza “non riusciva mai a raggiungere la certezza, ma era sempre nel dubbio e diceva: ‘Non hai fatto questo correttamente. Non sei stato abbastanza contrito. Hai omesso questo nella tua confessione.’”
In una dichiarazione, spiegò che esistono due tipi di bestemmie: una attiva, in cui si cerca intenzionalmente di offendere Dio, e una passiva, quando pensieri blasfemi compaiono nella mente contro la propria volontà. Le ossessioni di Lutero erano dunque legate alla paura di peccare, di offendere Dio e di non rispettare regole morali e spirituali.
A proposito di pensieri intrusivi, Lutero suggeriva un atteggiamento preciso: “Se entrano nella tua mente, scacciali di nuovo, proprio come scacceresti immediatamente qualsiasi sporcizia caduta nella tua bocca.” Un consiglio che riflette quello che oggi definiamo tentativo di soppressione del pensiero, tipico nelle persone con DOC.
Dal passato al presente: le ossessioni di Lutero e la psicoterapia di oggi
La vita di Martin Lutero ci mostra quanto profondi possano essere i tormenti della mente umana. Figure che hanno segnato la storia hanno conosciuto paure, dubbi persistenti e pensieri intrusivi che oggi possiamo leggere come manifestazioni di scrupolosità religiosa, un sottotipo del disturbo ossessivo-compulsivo.
Quello che nel Cinquecento veniva interpretato come lotta spirituale, oggi sappiamo riconoscerlo come il tipico ciclo ossessione → ansia → compulsione, alimentato dal bisogno di certezza assoluta. Se da un lato queste esperienze contribuirono a forgiare la sua visione radicale della fede, dall’altro ci ricordano che nessuno è immune dalle trappole della mente.
La differenza è che oggi disponiamo di strumenti clinici efficaci che ci permettono di affrontare gli stessi meccanismi senza esserne sopraffatti. Guardare alla storia di Lutero significa non solo comprendere meglio il passato, ma anche ricordare che non siamo soli nelle nostre lotte interiori. Con il giusto aiuto, è possibile vivere in modo più libero e allineato ai propri valori.
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Martin Lutero non fu l’unico personaggio del passato a convivere con ossessioni e compulsioni. Scopri la sezione dedicata ad altre figure storiche con disturbo ossessivo-compulsivo, come Nikola Tesla, Charles Darwin e Santa Teresa di Lisieux. Un viaggio che mostra come il DOC abbia attraversato i secoli, toccando menti brillanti e vite straordinarie.
📚 Riferimenti bibliografici
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