Nikola Tesla e il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera rinascita dell’interesse verso Tesla. Non a caso una delle case automobilistiche più innovative al mondo porta il suo nome. E se oggi puoi leggere questo articolo al computer o sul tablet, lo devi anche a lui, grazie ai suoi studi sulla corrente alternata (AC).
Questo articolo fa parte della serie doc e personaggi famosi del passato, dove esploriamo come figure celebri abbiano convissuto con sintomi ossessivi.
Tesla nacque nel 1856 nell’attuale Croazia. Fin dalla giovinezza mostrò un’intelligenza fuori dal comune, accompagnata dalla comparsa delle prime ossessioni. Oggi sappiamo che in molte persone il DOC esordisce proprio nell’infanzia o nell’adolescenza, come accadde anche a Tesla.
Il giovane Nikola imparava le lingue con facilità e si distingueva dai suoi coetanei per le sue capacità. A soli 19 anni teneva testa ai professori universitari discutendo le imperfezioni dei motori a corrente continua. Pochi anni più tardi, ancora poco più che ventenne, lavorava già a un nuovo motore basato su campi magnetici rotanti, intuendo come la corrente alternata fosse più efficiente ed economica rispetto alla corrente continua.
Le ossessioni di Tesla e l’importanza del numero 3
Accanto alla genialità, Tesla conviveva con rituali ossessivi che oggi riconosceremmo come sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo. In particolare, era affascinato dal numero 3, che considerava speciale, e molte delle sue azioni quotidiane seguivano schemi costruiti intorno a questo simbolo o ai suoi multipli. Prima di entrare in un edificio, ad esempio, aveva l’abitudine di compiere tre giri intorno alla struttura. Negli ultimi anni della sua vita scelse di vivere stabilmente all’Hotel New Yorker di Manhattan, occupando due suite al 33° piano, le stanze 3327 e 3328.
Anche i pasti erano rigidamente regolati da rituali. Prima di mangiare puliva stoviglie e bicchieri utilizzando esattamente 18 tovaglioli (18 è multiplo di 3, 6 e 9, a loro volta legati al numero 3) e misurava con estrema precisione la quantità di cibo o di acqua, assicurandosi che il valore fosse divisibile per tre. Mentre pranzava era solito contare i movimenti della mandibola. Non beveva mai a caso, ma sempre un numero prestabilito di bicchieri — 3, 6 o 9 — e lo stesso schema lo seguiva nel salire le scale, dove contava i gradini e provava disagio se il totale non era multiplo di 3. Persino l’igiene personale era scandita da questi rituali numerici: si lavava le mani ripetendo l’operazione in sequenze di 3, fino a quando non sentiva di aver raggiunto una sensazione di ordine e “perfezione”. Appassionato nuotatore, nuotava facendo sempre 33 vasche e nel caso in cui perdeva il conto diceva di non poter uscire e di dover ricominciare da zero.
Un altro tratto singolare era la sua avversione per le perle. Tesla provava un vero disgusto alla vista di questi gioielli: se una donna indossava una collana di perle, si rifiutava persino di parlarle e talvolta non partecipava a cene se tra i presenti c’era qualcuno che le indossava.
Tra genialità e fragilità
Nonostante queste difficoltà, Tesla collaborò con giganti del suo tempo come Thomas Edison (con cui ebbe forti contrasti) e George Westinghouse, l’imprenditore che contribuì a diffondere la corrente alternata e a rivoluzionare il mondo dell’energia.
I suoi contributi, però, non si limitarono all’elettricità. Fu anche un pioniere delle telecomunicazioni: quando Guglielmo Marconi realizzò la prima trasmissione radio a lunga distanza, utilizzò più di dieci brevetti di Tesla. Alla fine della sua vita, Tesla era titolare di 112 brevetti ufficiali negli Stati Uniti e di oltre 300 in tutto il mondo.
L’intera esistenza di Tesla fu un intreccio continuo tra genialità e difficoltà. Negli ultimi anni il Disturbo Ossessivo Compulsivo divenne sempre più evidente e limitante, portandolo a periodi di forte isolamento sociale.
Il lascito di Tesla – la sua scintilla che illumina ancora oggi
Rileggendo la sua storia, può sembrare facile interpretarla come un alternarsi di successi e difficoltà — una sensazione che molte persone con DOC conoscono bene. Tuttavia, questa prospettiva rischia di oscurare il filo rosso che accompagnò tutta la sua vita.
La vicenda di Tesla dimostra che, anche di fronte a difficoltà interiori profonde, è possibile lasciare un segno indelebile nel mondo. Forse questo è il suo lascito più prezioso, persino più delle sue invenzioni: la prova che fragilità e genialità possono convivere, generando una scintilla che continua a ispirarci — più luminosa di qualsiasi energia elettrica.
Vuoi scoprire altre figure storiche che hanno convissuto con il DOC? Leggi anche l’articolo DOC e personaggi famosi del passato.
📚 Riferimenti bibliografici
- Carlson, W. B. (2013). Tesla: Inventor of the Electrical Age. Princeton University Press.
- Seifer, M. J. (1998). Wizard: The Life and Times of Nikola Tesla. Citadel Press.
- Cheney, M. (2001). Tesla: Man Out of Time. Simon & Schuster.
- King, G. (2013, February 4). The rise and fall of Nikola Tesla and his tower. Smithsonian Magazine.
Link all’articolo - Howard, B. C. (2013, October 3). 5 surprising facts about Nikola Tesla. National Geographic Daily News.
Link all’articolo - Abramowitz, J. S., McKay, D., & Taylor, S. (2008). Obsessive-compulsive disorder: Subtypes and spectrum conditions. Elsevier.